Quella fastidiosa sensibilità dentale…

Gennaio 19, 2022

Vi è mai capitato di mangiare un gelato e sentire un forte dolore ai denti? Oppure di sorseggiare dell’acqua fredda e saltare in aria per l’improvviso fastidio?

Allora potremmo quasi sicuramente affermare che rientrate in quella categoria di pazienti che soffre d‘ipersensibilità dentale.
Tranquilli, non siete i soli!

L’ipersensibilità dentale è una patologia odontoiatrica largamente diffusa, si manifesta come una sensazione di dolore breve ma molto intensa provocata da stimoli fisici o chimici in assenza di altre patologie dentarie.

La sensibilità può essere avvertita su un singolo dente oppure essere estesa a più denti. È una patologia molto frequente nelle donne, tra i 20 e i 40 anni, piuttosto che negli uomini.
È anche associata alla presenza della malattia parodontale.

A cosa può essere dovuta?

L’ipersensibilità dentale potrebbe essere collegata a molti fattori che favorirebbero la sua comparsa. Alcuni di questi possono essere:

  • Spazzolamento scorretto: l’utilizzo di uno spazzolino con setole troppo dure o uno spazzolamento effettuato con eccessiva pressione e movimenti poco controllati “ferisce” lo smalto e i tessuti gengivali provocando sensibilità;
  • Abuso di dentifrici molto abrasivi: i cosiddetti dentifrici “sbiancanti” hanno un’elevata abrasività e il loro utilizzo sproporzionato graffia letteralmente lo smalto danneggiandolo in modo irreparabile;
  • Abitudine al consumo di bevande acide, carbonate e zuccherine: cibi molto acidi come gli agrumi, bevande zuccherine e bevande carbonate come la Coca-Cola producono un’azione demineralizzante sullo smalto, indebolendolo e predisponendolo a una maggiore sensibilità;
  • Reflusso gastroesofageo o episodi frequenti di vomito: frequenti nelle donne in gravidanza;
  • Traumi autoindotti: bruxismo e/o serramento;
  • Demineralizzazione dello smalto: per i motivi citati sopra ma anche per la presenza di carie o difetti dello smalto;
  • Fratture dentali: può essere il campanello d’allarme che ci suggerisce una possibile frattura dentale o una vecchia otturazione traballante.
Come la curiamo?

Prima di tutto bisogna individuare la causa. Successivamente occorre indagare su possibili abitudini non corrette e scartare qualsiasi altra patologia come la presenza di carie, fratture dentali, otturazioni filtrate e possibili stati infiammatori della polpa e non meno importante scartare la presenza della patologia parodontale.

Una volta individuata la causa si deciderà il trattamento che potrà essere, dipendendo dall’intensità e dalla gravità, effettuato in studio oppure verrà indicata la terapia domiciliare, attraverso l’utilizzo di dentifrici remineralizzanti, mousse desensibilizzanti e una correzione delle abitudini.

Alla base di tutto questo vi è sempre un’ottima comunicazione con il dentista di fiducia, che sarà fondamentale nella ricerca delle cause e della terapia più adatta alle esigenze di ciascuno.

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